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La famiglia non è protetta direttamente, ma soltanto in modo mediato, perché non costituisce mai il bene giuridico protetto direttamente dalla legge.

Anche se il codice penale concede largo credito alla consanguineità naturale, uguagliandola per alcuni aspetti (ex art. 540 c.p.) a quella legale, in questo modo precedendo l art. 30 comma 3 della Costituzione, la convivenza more uxorio non ha, al contrario, espressa ammissione nello stesso codice, né rispetto al soggetto convivente, né come gruppo a sé stante.

La prima ufficiale approvazione di tale figura parafamiliare nell ordinamento penale emerge nel codice di procedura penale, che all art 199 comma 1 lett. a) eguaglia il convivente di fatto (presente o passato) ai prossimi parenti nel potere di esimersi dalle testimonianze.

Si ammette dunque la presenza di un insieme di beni umani che possono essere scollegati da una relazione ufficiale con l accusato. Nello stesso senso era andato l art. 35 della normativa penitenziaria, immessa con D.P.R. del 29 aprile 1974, n. 431, che conferisce un regime uguale tra parenti e soggetti conviventi in tema di colloqui dei puniti.

Si crede che nell aggravante dell art. 61, n. 11 c.p., che consta nell aver compiuto il delitto con abuso dei rapporti domestici, possano essere comprese anche le relazioni di convivenza more uxorio. Nello stesso senso sembra che vada la legge n. 66 del 1996 sull abuso sessuale, che conferisce importanza ai rapporti di convivenza, sia allo scopo di giudicare presunta la violenza commessa a scapito di un minorenne (ex art. 609 quater c.p. ... altro soggetto che ... abbia ... un rapporto di convivenza ... ), sia allo scopo della perseguibilità d ufficio (ex art. 609 septies c.p. ... se l azione è compiuta da genitore anche adottivo o dal di lui coabitante ... ).

Un altro progresso ha avuto luogo con la legge del 5 aprile 2001 n. 154, che ha immesso l art. 282 bis del codice di procedura penale.

Questo prescrive che il provvedimento cautelare del distacco dalla casa di famiglia può essere prescritto, oltre che ai componenti del nucleo familiare, anche ai prossimi parenti ed ai componenti che convivono. (4) nondimeno, la frammentazione di queste azioni non consente di invocare una concreta parificazione dei due regimi familiari sul piano penale.

La parificazione avrebbe anche effetti in malam partem. Per esempio, nell ipotesi dell art. 570 c.p., si danneggerebbe la condizione di distacco intenzionale immotivato di un coabitante more uxorio, se proprio nel rigetto del patto matrimoniale le parti manifestano l intento di non soggiacere a specifici obblighi del nucleo familiare ufficiale.

In più occasioni la Corte costituzionale ha affermato l inammissibilità di richiamare l art. 29 Cost. per proteggere le unioni di fatto, sebbene l ammissione della comunione dei rapporti di sostegno per entrambe le tipologie di famiglia.

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Pare, dunque, che le azioni occasionali e discontinue del legislatore, mediante l immissione di altri articoli, o la lettura estensiva della giurisprudenza, abbiano la loro base nel fatto che anche a chi rigetta di voler avere la posizione di consorte vada garantita un idonea protezione dei valori individuali, che si manifestano anche nella convivenza di fatto. c) Il minorenne: Anche i minorenni possono essere parti attive o passive di delitti commessi in famiglia.