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Il procedimento superrato e non compiuto Con il procedimento di matrimonio -rato e non compiuto- le parti interessate cercano di raggiungere un interesse previsto dalla normativa legislativa, ovvero dispensare dall atto di inseparabilità che nella procedura canonica è connessa al matrimonio legittimo e compiuto. L esito dello scioglimento dell unione si può acquisire nel momento in cui il matrimonio legittimo non è stato compiuto, e sussiste un valido motivo per ottenerlo (c. 1142).
Per siffatti procedimenti processuali è utile considerare le nozioni di -ratum- e di -consumazione- che rappresentano il diritto sostantivato che è all origine di tali motivi. Nell ambito processuale è utile tener presente che si sta parlando di un procedimento processuale di tipo amministrativo. Infatti il -petitum- è la domanda dispensante inoltrata all autorità amministrativa di competenza, ossia il Papà.
Tale dispensa è anticipata da una verifica di tipo giudiziario sul dato certo della non consumazione, oltre che da un attenta analisi sull accertamento della valida ragione per riconoscere la dispensa. Per questo motivo fondamentali sono le normative connesse alla pubblicazione diffamatoria, all istruttoria e alla perizia.
Il libello è uno scritto polemico presentato innanzi al vescovo. Siffatta richiesta può essere inoltrata da ambedue i consorti. Il vescovo dispone l istruttoria che avviene, come per qualsiasi processo di nullità, di fronte al difensore del legame.
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L istruttoria combacia, con le giuste accortezze, con il processo a livello ordinario. L istruttore passa al vescovo i documenti con una votazione. A ciò si associano le constatazioni del difensore del legame. Il vescovo passa i documenti alla Sede Apostolica, a cui compete il provvedimento mediante un rescritto. Se viene negata la dispensa il consigliere della parte interessata può analizzare i documenti per esporre ragioni pesanti e avanzare un ulteriore istanza.