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Un aiuto rilevante per una nuova interpretazione dell art. 571 c.p. può desumersi dalla nuova visione del nucleo familiare che si ravvisa nella Costituzione, nonché dalla riforma che il legislatore ha eseguito nel 1975 e dalle leggi delle Convenzioni Internazionali.
Queste fonti normative rammentano una nuova idea di famiglia, basata su fattori in tendenza paritetici, in cui i diritti, oneri ed obbligazioni pesano su tutti i componenti. Tralasciando il sistema di famiglia patriarcale strutturato in via gerarchica ed declamato nel codice Rocco, si è in primo luogo giunti a eliminare l attuazione dell art. 571 c.p. rispetto alla moglie.
La Cassazione, infatti, ha deciso che non è permesso nei riguardi della moglie nemmeno l utilizzo della vis modica.
La Cassazione rimanda all art. 29 della Costituzione, che sostiene che il rapporto di matrimonio è basato sull eguaglianza etica e giuridica dei consorti, cancellando in questo modo dal nostro sistema giuridico ogni resto della maritalis districtio.
Tale visione si ravvede anche nell eliminazione, dal nuovo sistema familiare, del riferimento alla potestà del marito presente nell art. 144 del precedente testo del codice civile.
La nuova idea del diritto familiare presume che i poteri di difendere, formare ed educare i figli, solitamente concessi ai genitori, vanno attuati a solo vantaggio dei figli, valutando le attitudini, la propensione naturale e le intenzioni di essi.
In questa nuova visione, il minorenne non è più visto come oggetto di sicurezza e tutela, ma una parte di diritto che va sostenuta nella crescita, appoggiato nelle sue attitudini e stimato, vedendo in lui un soggetto in avvio e dunque che necessita di supporto.
A tal proposito è utile far riferimento ad alcuni estratti di un verdetto della Cassazione del 18 marzo 1996, che ha elaborato una risoluzione di interpretazione dell art. 571 c.p., leggendolo fedelmente e in maniera positiva, perché conforme agli sviluppi del diritto attuale. Con riferimento ai minori la parola correzione va letta come sinonimo di formazione, rispetto ai caratteri intrinsecamente configurativi di ogni iter di educazione.
Comunque non può considerarsi tale l utilizzo della forza teso a fini formativi: ciò sia per la preminenza che il sistema conferisce al decoro individuale, anche del minorenne, ormai persona che detiene di diritti e non più, come prima, mero oggetto di tutela (se non perfino ordine) da parte dei maggiori; sia perché non può cercarsi di raggiungere, come fine formativo, un esito positivo di sviluppo della soggettività, percettibile dei valori di pace, di generosità, di convivenza, usando uno strumento di forza opposto a tali scopi.
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Ne deriva che l abuso di strumenti correttivi dispotici non è incluso nella fattispecie dell art. 571 c.p. (abuso di strumenti correttivi) perché intanto è immaginabile un abuso siccome sia legittimo l utilizzo degli stessi. In materia di relazioni tra il delitto di abuso di strumenti correttivi (art. 571 c.p.) e di abusi in ambito familiare o verso minori (art. 572 c.p.), l intento personale non è adatto a includere nell area della fattispecie meno dannosa ciò che obiettivamente ne è estromesso, in quanto più pesante.
Il legame tra strumento e scopo di correzione va inteso a livello oggettivo, rispetto al quadro culturale e al sistema normativo dato dall ordinamento giuridico e non già all intento del soggetto agente. .... omissis . Utilizzo degli strumenti correttivi, abuso degli stessi e abusi su minorenni: sono queste le fasi che caratterizzano il processo logico del verdetto della Corte allo scopo di dare un parametro di distinzione unico tra le analoghe fattispecie di abuso degli strumenti correttivi e abusi nei confronti dei minorenni.
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La totale coscienza della sussistenza di molti casi di abuso mentale e fisico che non vengono alla luce, commessi ogni giorno sui minorenni (convergendo nello scivoloso ambito della criminalità nascosta), congiunta alla coscienza che l azione del diritto penale nel settore familiare è occasionale, ha spinto la Corte a chiarirsi in merito e a diffondere una concezione di grande correttezza: non è permesso l utilizzo della forza a fini di educazione.
Gli strumenti correttivi, dal punto di vista fisico o mentale coercitivi, devono essere cancellati, in quando danneggiano non soltanto il decoro del singolo minorenne, ma anche l interesse di tutta la collettività ad avere cittadini ligi ai valori della calma e della generosità.
La Cassazione ha messo l accento sui oneri di educazione dei genitori e sul diritto dei minori ad un equo e coerente sviluppo della soggettività, dovendo essere, i primi, conformi agli sviluppi delle prassi e le visioni psico-pedagogiche di uno Stato civile, nonché adeguati al grado di protezione giuridica che la legge concede ai minori.